DELRIO: “IL BIM OBBLIGATORIO DOPO UNA SPERIMENTAZIONE DI 12/14 MESI”

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DELRIO: “IL BIM OBBLIGATORIO DOPO UNA SPERIMENTAZIONE DI 12/14 MESI”

Il nuovo codice appalti apre le porte al BIM

 

Il 18 febbraio 2016, a Montecitorio, si è tenuto il convegno dal titolo “La transizione digitale in Europa per il settore delle costruzioni – Gli effetti delle strategie e dei mandati governativi sul settore delle costruzioni” organizzato da Luigi Dallai, deputato della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera, Angelo Ciribini (Università di Brescia) e Giuseppe Martino Di Giuda (Politecnico di Milano).
È stato un incontro molto importante al quale ha partecipato anche il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio che nell’ottica del, prossimo, Nuovo Codice Appalti, ha ufficialmente dichiarato che a seguito di un periodo di sperimentazione della durata di 12/14 mesi il BIM (Building Information Modeling) sarà, a tutti gli effetti, obbligatorio per le opere pubbliche.
L’intervento dell’onorevole Dallai parte dalla considerazione che il mercato delle costruzioni sia interessato da una rivoluzione tecnologica che può portare a considerevoli risparmi della spesa pubblica.
L’utilizzo di questa nuova metodologia deve essere, necessariamente, volta al risparmio dei contribuenti.
Si consideri il fatto che per le opere pubbliche si spende il 18% del PIL per lavori, forniture e servizi e che in Europa il mercato degli appalti è di oltre due triliardi di euro.
Secondo la stima del rapporto 2012 della Commissione Europea, gli stati che hanno già adottato un procedura BIM per la realizzazione delle opere pubbliche hanno realizzato un risparmio che va dal 5 al 20%.
È facile dedurre che questo risparmio debba poter liberare importanti e preziose risorse pubbliche.
Sempre secondo i dati riportati dall’onorevole Dallai, in Italia, il patrimonio edilizio inutilizzato è pari alle cubature delle città di Milano e Roma messe insieme e gran parte di questo patrimonio e di proprietà dello stato.
Punto di forza della tecnologia BIM è la possibilità di ottimizzare gli interventi sugli edifici garantendone la loro sostenibilità e limitandone il loro impatto ambientale, considerando che, ad oggi, il 40% delle emissioni di gas effetto serra e di consumo di energia dipendono dalle costruzioni.

Sempre dall’intervento dell’onorevole Dallai: ”occorre preparare il terreno prima di imporre l’utilizzo di nuovi strumenti attraverso normative di settore, quindi, senza imporre rigidi vincoli metodologici.
Il Nuovo Codice Appalti ne incoraggia saggiamente l’adozione graduale per cui è necessario muoversi partendo da una visione ampia del problema.”

Ecco la prima anticipazione concreta della futura adozione della procedura BIM dal Nuovo Codice Appalti da cui si intende che questa volontà non debba fin da subito essere una regola ferrea ma esorta a prepararsi perchè il futuro della progettazione in ambito pubblico, e perché no, privato dovrà allinearsi alle nuove tecnologie.

Procedendo nell’intervento viene avvalorata la scelta del BIM considerandone la sua efficienza anche rispetto alla realtà italiana: “questi strumenti devono riuscire a declinare la peculiarità italiana adattandosi in modo flessibile e scalabile senza diventare paradigmi rigidi, il BIM, nasce proprio all’insegna della flessibilità e della adattabilità come assorbire le modifiche in corsa, ridefinire la scala, agevolare il trasferimento di dati ad operatori e progettisti.”

Riassumendo le parole del Ministro Delrio il Nuovo Codice fa una scelta ben precisa che è quella di rispettare la centralità del progetto e per fare questo è necessario adottare la massima innovazione tecnologica, l’unica, che consenta progetti meno onerosi e soprattutto abbia la capacità di prevedere la spesa che è uno dei principali problemi dell’inefficienza degli interventi in opere pubbliche.
Delrio fa più volte appello al coraggio di affrontare questa innovazione che ci pone di fronte ad una grande possibilità che ci consente di raggiungere con successo l’obbiettivo principale del risparmio del consumo di suolo, o meglio, del suo annullamento per concentrarsi sulla riqualificazione del patrimonio esistente.

Per fare questo è necessario imparare dalle esperienze già fatte dai paesi europei (Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Norvegia, Finlandia, Svezia) che in via ufficiale e ufficiosa già hanno adottato il BIM come procedura standard considerandolo attore principale della rivoluzione industriale 4.0.

Raffaella Mariani, deputato della Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici, ha sottolineato come il Nuovo Codice degli Appalti possa “dare un segnale forte” ma per fare questo è necessario un periodo di assimilazione con adeguata formazione delle parti in gioco a partire dalle imprese, che devono essere le prime a collaborare alla richiesta di modernizzazione del sistema delle costruzioni.

Al link seguente potete assistere all’intero convegno.

http://webtv.camera.it/archivio?id=8999&position=0

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